Luigi Pirandello
Infanzia e formazione (1867–1889) Luigi Pirandello nacque il 28 giugno 1867 ad Agrigento, in Sicilia (all’epoca Girgenti), da una famiglia borghese benestante. Il padre, Stefano, era un imprenditore e fervente garibaldino, mentre la madre, Caterina Ricci-Gramitto, proveniva da una famiglia colta e patriottica.Fin da giovane Luigi dimostrò un vivo interesse per la lingua, la letteratura e il dialetto siciliano. Studiò prima ad Agrigento, poi a Palermo, dove frequentò il ginnasio e il liceo classico.Nel 1887 si iscrisse all’Università di Roma, ma a causa di un contrasto con un docente, si trasferì all’Università di Bonn, in Germania, dove si laureò nel 1891 in filologia romanza con una tesi sul dialetto agrigentino. Esordi letterari e vita familiare (1890–1903) Tornato in Italia, visse tra Roma e la Sicilia. Si dedicò all’insegnamento, alla scrittura e alla collaborazione con riviste letterarie. Nel 1894 sposò Maria Antonietta Portulano, figlia di un ricco socio del padre. Il matrimonio fu difficile, segnato dalla progressiva instabilità mentale della moglie, che negli anni successivi si aggravò fino a richiedere il ricovero in manicomio.Nel frattempo, Pirandello pubblicò poesie, racconti e il suo primo romanzo, "L’esclusa" (scritto nel 1893, pubblicato nel 1901). Collaborava regolarmente con riviste come Marzocco, Nuova Antologia e Il Corriere della Sera. La crisi e la svolta letteraria (1903–1915) Nel 1903, un disastroso allagamento nella miniera di zolfo gestita dal padre portò al fallimento finanziario della famiglia. Questo evento segnò una svolta esistenziale per Pirandello, che reagì con una profonda crisi ma anche con una straordinaria fioritura creativa.Nel 1904 pubblicò "Il fu Mattia Pascal", il romanzo che lo rese celebre. Vi si ritrovano molti dei temi fondamentali della sua poetica: relativismo dell’identità, crisi dell’Io, contrasto tra apparenza e realtà.Negli anni successivi proseguì una prolifica attività narrativa, con raccolte di novelle come:
L’attività teatrale e il successo internazionale (1915–1930) Dalla metà degli anni 1910, Pirandello si dedicò sempre più intensamente al teatro, sviluppando un linguaggio innovativo, centrato sulla scomposizione dell’identità e la molteplicità dei punti di vista.Tra le sue opere teatrali più celebri:
Il Nobel e gli ultimi anni (1931–1936) Nel 1934, Pirandello ricevette il Premio Nobel per la Letteratura “per il suo audace e ingegnoso rinnovamento dell’arte drammatica e scenica”.Negli anni ’30 mantenne un rapporto ambiguo con il regime fascista: iscritto al Partito Nazionale Fascista dal 1924, si dichiarò "apolitico", ma usò il regime anche per ottenere sostegno al suo teatro. La sua adesione fu più opportunistica che ideologica, e i suoi scritti restano lontani dalla propaganda fascista.Pirandello morì il 10 dicembre 1936 a Roma, a causa di una polmonite. Le sue volontà richiedevano un funerale semplice e la cremazione, cosa rara all’epoca. Le sue ceneri furono poi traslate ad Agrigento, nel 1949, nel luogo oggi noto come "Caos", vicino alla sua casa natale. Temi e stile La poetica pirandelliana ruota intorno a temi fondamentali:
Opere principali Romanzi
Eredità e influenza Luigi Pirandello è riconosciuto come uno dei padri del teatro moderno. La sua influenza si estende ben oltre l’Italia, anticipando il teatro dell’assurdo e ispirando autori come Samuel Beckett, Eugène Ionesco, Jean-Paul Sartre e Harold Pinter.Con la sua opera, ha messo in discussione le certezze borghesi, la coerenza dell’identità e il valore della verità oggettiva, offrendo una visione inquieta, ma profondamente umana, dell’esistenza. Citazione celebre "La vita, o la si vive o la si scrive." |